mercoledì 21 gennaio 2015

Un sindaco, i giubbotti per gli immigrati e le solite stupidaggini della sinistra "buonista"


Pare che l’Irpinia, anzi una certa area dell’Irpinia, intorno alla valle Ufita, sia destinata da qualche tempo a stare alla ribalta delle cronache nazionali. Prima la vicenda dell’Iribus, poi quella delle trivellazioni petrolifere, ora un fatto di ben diversa portata. Anche nell’ultimo caso si è formato una sorta di movimento di protesta, ma nel mirino non sono finiti Marchionne o la lobby del petrolio, bensì il sindaco di Flumeri. Stavolta, per quel poco che conta la mia opinione, non sono per nulla d’accordo con il “movimento”; stavolta per quel che vale la mia solidarietà – nulla – la offro completamente al sindaco di Flumeri. Ecco, in sintesi, i fatti: gli extracomunitari richiedenti asilo, assistiti da una locale cooperativa, si spostano quotidianamente di sera e con il buio su una strada statale male illuminata, mettendo a rischio la propria e l'altrui incolumità. Si verifica anche un incidente mortale, vittima un imprenditore. Il sindaco emette un'ordinanza, che non fa altro che interpretare correttamente quanto già previsto dal codice della strada, che prescrive l'obbligo per gli automobilisti che lasciano le loro vetture di indossare su strade extraurbane giubbotti catarifrangenti. Certamente, il codice della strada non include esplicitamente tutti i pedoni in questo obbligo: sarebbe strano che chi occasinalmente dovesse percorrere una strada extraurbana dovesse munirsi di giubbotto. Ma è chiaro che se la prescrizione vale per gli automobilisti-pedoni non commette nessun abuso di autorità un sindaco che lo estenda a pedoni-pedoni, usi quotidianamente a servirsi di una strada male illuminata, sulla quale si sono già verificati incidenti e che per giunta si spostano in gruppo. Sta semplicemente interpretando lo spirito del Codice, senza fermarsi alla lettera, come fanno alcuni legulei subito intervenuti nella vicenda, e, ciò che più conta, si sta preoccupando di evitare ulteriori incidenti. Il sindaco, commette, forse, l'ingenuità, di non sottolineare che l'obbligo - ovviamente - vale per tutti, cittadini italiani o extracomunitari, sebbene il problema nel caso specifico sia costituito soprattutto, se non esclusivamente, dagli extracomunitari. Apriti cielo: si grida al razzismo! Si insinua che il sindaco vuole bollare i neri con un marchio di riconoscimento! Si fanno indecenti paragoni con i lager nazisti! Un deputato di SEL, già indagato per la questione Isochimica, fa anche una interpellanza parlamentare! Si organizzano pure sit-in di protesta! Insomma si scatena tutta la retorica della sinistra "buonista". Il povero sindaco si giustifica dicendo che il suo provvedimento era rivolto agli extracomunitari, in quanto potrebbero ignorare il codice della strada. Altra sua ingenuità: il codice della strada lo ignorano anche tanti italiani, a cominciare da certi "civilissimi" esponenti della sinistra locale e nazionale, o, quando lo conoscono, lo interpretano come i peggiori "farisei". Infine, mi chiedo: chi mostra di avere più a cuore la vita e la sicurezza degli extracomunitari in questione, chi li tutela coi fatti e non con le chiacchiere? Il sindaco di Flumeri con la sua ordinanza oppure Giordano di SEL, i giovani comunisti, gli esponenti del PD che denunciano la presunta "discriminazione", ma non si preoccupano del fatto che i loro "protetti" possano finire sotto un'automobile?
http://www.huffingtonpost.it/…/giubbotti-arancioni-immigrat…

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