domenica 18 gennaio 2015

LA SINISTRA CHE "NON E' CHARLIE"



C’è una “sinistra” che non è Charlie e lo dice più o meno apertamente. Anzi ce ne è più d’una. 
C’è la “sinistra” che non è Charlie, perché è ideologicamente filo islamista, ed è ideologicamente filoislamista, perché ideologicamente antiamericana e antiisraeliana. Che poi la causa araba non sia più incarnata dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina e nemmeno dal laico OLP, ma dal peggiore fanatismo oscurantista e dal più criminale gruppo politico-religioso che il mondo abbia conosciuto dalla caduta del nazifascismo, è un “dettaglio” che le menti ottenebrate dal pregiudizio ideologico non possono cogliere. 
C’è la “sinistra” di certi “intellettuali”, che credendosi intelligenti divengono stolti, proprio come gli intellettuali pagani di cui parla l’Apostolo. Quelli che dicono che la religione, l’islam, “non c’entrano”, perché “il problema è un altro” (per l’intellettuale di sinistra, il problema è sempre un altro…). “Il problema è politico”, ovviamente, come si diceva ai bei tempi: secondo Lucia Annunziata, si tratta di un conflitto politico inter-arabo tra Iran e Iraq (sic). Lucio Caracciolo sa almeno che l’Iran non è un paese arabo, ma anche per lui il problema è politico e la religione non c’entra. Per Freccero, invece, il problema è economico: tutta colpa del “neoliberismo”, ovviamente.  Ci sono poi i non pochi sostenitori della solita teoria del complotto, guidati da Giulietto Chiesa. I terroristi dimenticano la carta di identità? E' la prova che è tutta una montatura: c'è la mano della CIA e del Mossad, Al-Baghdadi sarà certo sul libro paga dei servizi americani, come già Bin Laden e tutto serve a far vincere le elezioni a Bush III e a scatenare un'altra guerra per il petrolio. E magari i francesi l'attentato se lo sono fatti da soli, come gli americani si erano fatti da soli l'11 settembre... e via delirando.
 Non si contano, poi, le denunce delle pesanti responsabilità dell’Occidente e, in particolare, degli USA nello scatenare il terrorismo islamista, perchè, si sa, il terrorismo è l'arma dei più deboli in risposta al vero terrorismo che è quello dei più forti: i più prudenti si limitano a citare la sequela di operazioni militari americane dall’Afghanistan in poi – guardandosi bene però dal ricordare che prima dell’Afghanistan a New York erano crollati due grattacieli e non per un terremoto. I più arditi risalgono più indietro nella storia, magari fino alla “dichiarazione Balfour”. Nessuno di questi cultori della storia ricorda però quali gravi responsabilità ebbero le potenze democratiche anche nell’ascesa del nazismo, dal trattato di Versailles al Patto di Monaco, e che però questo non impedì a nessun uomo amante della libertà di schierarsi senza esitazione alcuna per quelle potenze democratiche e contro il nazismo.
Più interessante, perché più nuovo, è invece il caso della neo-sinistra del “politically correct”. Con apprezzabile coerenza questa nuova versione della sinistra radical-chic non riesce a solidarizzare fino in fondo con Charlie. E’ comprensibile. Per costoro sono esecrabili le vignette sugli omosessuali (“omofobia”!); sono censurabili le vignette sulle donne (“sessismo!”); sono detestabili le vignette sui neri (“razzismo!”); sono fuori gioco, ovviamente, le vignette sugli ebrei (“antisemitismo!”). Perché dovrebbero essere più accettabili, allora, le vignette su Maometto? “Islamofobia!”
Che poi tutto ciò profili  nient’altro che la versione 2.0 del moralismo e del bigottismo piccolo-borghese è un dubbio che non li sfiora, evidentemente. Che l’autocensura sia ancora più temibile della censura, perché indice di un totalitarismo in fase avanzata (la censura sta all’autocensura come un tradizionale regime autoritario sta al regime del “Grande Fratello” orwelliano), è forse riflessione troppo sofisticata per una soi-disant sinistra che della finezza di analisi indossa solo la veste.

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