La nostra Costituzione è nata
dalla Resistenza che ha sconfitto la tirannia, è nata dal referendum che ha
cacciato i Savoia traditori, è nata dal 25 aprile e dal 2 giugno. Non è nata da
calcoli di bottega e da ambizioni personali, ma da un progetto di rinascita
civile. Non è stata imposta da poteri sovranazionali, ma è stata conquistata
con le lacrime e il sangue, con la fatica e il sudore del popolo italiano e dei popoli alleati nella lotta antifascista.
La nostra Costituzione si può
anche cambiare, ovviamente (ed è già stata modificata più volte). Ma bisogna
farlo nella concordia e non nella lacerazione, unendo e non dividendo. Si può
cambiare anche l’ordinamento dello stato, ma disegnandone uno diverso sulla
base di una visione alta, di un progetto nobile come accadde tra il 1946 e il
1947. Non per tentativi ed errori, non con il ricatto fascistoide “ora o mai
più” e “se non ci state siete dei conservatori da rottamare”, non con certe
indecenti metafore (“è come un viaggio in autostop, dovremmo andare ad Aosta,
per ora prendiamoci il passaggio per Torino”). E la Costituzione, se deve essere cambiata, deve
essere cambiata da uomini degni, di alto profilo etico e culturale, perché i
nuovi padri fondatori dovranno essere all’altezza dei vecchi. Non può essere
manomessa in modo demenziale dai renzucci e dalle marieelene, dai venditori di
pentole e dai loro pupazzi ventriloqui.
Il popolo italiano vi ha sbattuto
in faccia il suo NO!
Non ci provate più!
Nessun commento:
Posta un commento