Devo ritornare brevemente
su quanto scritto appena due giorni fa, perché il caso ha voluto che oggi “La Stampa”
– che resta il miglior quotidiano nazionale sulla politica estera, nonostante
sia pur esso coinvolto nella deriva politically
correct – aprisse con questo significativo titolo la sua edizione
domenicale: «Contatti diretti tra alcune
Ong e criminali libici». La frase è tra virgolette, perché si tratta di una
affermazione che viene da fonte autorevole: il procuratore capo di Catania
Zuccaro che, come scrivevo, sta conducendo da tempo un’inchiesta sulla
questione (ormai ci sono però anche altre procure a indagare, tra cui Cagliari,
Reggio Calabria e Palermo). «La Stampa» dedica al tema due intere pagine –
quelle di apertura – e l’editoriale del direttore Maurizio Molinari.
La connessione fra ONG
e criminalità organizzata, per il procuratore, si fonda su «fatti accertati», anche se ovviamente
non riguarda tutte le ONG. Nella distinzione fra ONG «cattive» e ONG «buone»,
Zuccaro fa però una ineccepibile considerazione anche su queste ultime: «occorre
chiedersi se è giusto e normale che i governi europei lascino loro il compito
di decidere come e dove intervenire nel Mediterraneo».
Le ONG difendono la
loro «missione», ma talvolta con argomentazione veramente
sconcertanti, almeno a quanto riporta tra virgolette il giornale torinese: nel
2016 ci sono stati 25.ooo sbarchi e 900 morti, dicono; quest’anno finora gli
sbarchi sono stati 35000 (e siamo solo ad aprile), ma i morti sono rimasti 900!
Incredibile. Ciò che conta per questi volontari umanitari è dunque la
percentuale di morti sugli sbarchi e non il fatto che il numero delle vittime
non solo non diminuisca, ma aumenti tragicamente (anche per l’incentivo che le
stesse Ong forniscono alle partenze)! Con questa media a fine anno avremo circa
4000 morti, ma i soccorritori umanitari ci diranno che non c’è da allarmarsi, perché,
essendo aumentato il numero degli sbarchi, la percentuale sarà rimasta immutata.
E’ ciò che conta, no? Se questo è il cinismo dei buoni, mille volte meglio
allora il cinismo dei cattivi…
Molinari
fa, invece, alcune importanti considerazioni. Anzitutto invita a prendere atto
che lo scopo della criminalità organizzata che gestisce il traffico dei
migranti è quello di «moltiplicare gli arrivi nel nostro paese in tempi
rapidi». Ciò non fa venire meno il dovere dell’«accoglienza», a suo avviso, ma
dovrebbe indurre ad agire in modo inflessibile contro i criminali e anche
contro le Ong che li supportano. Ciò dovrebbe anche indurre, però, a
riconoscere che è una grande mistificazione sostenere che l’emergenza nasca da
un movimento spontaneo di masse di derelitti, perché si tratta invece di un
flusso organizzato.
In
secondo luogo, Molinari rileva come gli ingenti e illeciti proventi del
traffico siano «destinati a finanziare ogni sorta di attività criminali,
jihadismo incluso». E questo dovrebbe invece indurre ad abbandonare un altro classico
motivetto del repertorio della nota compagnia cantante degli «Accoglienti» (qualche
mio conoscente li chiama «accoglioni»,e che volgarità! Però in fondo anche la
frase dell’ex premier, citata nel precedente articolo, si potrebbe così
parafrasare: accoglienti sì, ma non accoglioni!): «il terrorismo non ha niente
a che vedere con i migranti!», urlano costoro. Occorrerà invece indagare anche
e soprattutto sulla connessione fra le organizzazioni criminali che gestiscono
il traffico di uomini e lo Stato islamico - o le sue ditte locali in
franchising.
Insomma,
si scopron le tombe, ma non risorgono i martiri garibaldini come invece
recitava il noto Inno del nostro lontanissimo Risorgimento. Da quei sepolcri
imbiancati di cui si diceva si leva solo il fetore dell’ipocrisia buonista e magari
anche un fiume di denaro per il jihad.
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